- 112 - Lansbnrgh non ha tratto il ·totale e quindi stranamente non ha rilevato che queste cifre, se io generale dimostrano qualche cosa, parlano soltanto contro di lui, giacchè l'esportazione verso i paesi finanziariai:nente dipendenti crebbe tuttavia con maggiore rapidità, sebbene di poco, che non verso i paesi finanziariamente indipendenti (abbiamo sottolineato il « se " perchè la statistica di l;ansburgh non è affatto completa). Lansbnrgh, esaminando il nesso tra l'esportazione e. i prestiti, così scrive: " Negli anni 1890-91 fu assunto un presti/o romeno da banche tedesche, che negli anni p,:ecedenli vi avevano già fatto sopra delle anticipazioni. 11 prestito servì principalmente all'acquisto di materiale ferroviario, che venne importato dalla Germania. Nel 1901 l'esportazione tedesca in Romenia ammontava a 55 milioni di marchi. Nel!' anno successivo essa scese a 39,4 milioni; e con interruziÒni indietreggiò sino a 25,4 milioni (1900). Solo negli ultimissimi anni, grazie ad un paio di nuovi prestiti, fu raggiunta nuovamente la situazione del 1891. · L'esportazione tedesca in Portogallo in seguito ai pre- .stili del 1888-8~ salì fino a 21, 1 milioni di marchi (1890), cadde nei due anni seguenti a 16,2 e 7,4 e riprese l'antica altezza solo nel 1903. Più ·netta ancora si presenta la cosa nel ·commercio /edesco-argenlino. In seguito ai prestiti del 1888 e 1890 l'esportazione tedesca in Argentina nel 1889 salì a 60,7 milioni di marchi: Due anni più tardi essa r·agg~ungeva soltanto 18,6 milioni di marchi, vale a. dire. neppure la terza parte. Soltanto ilei 1901 fu per la prima volta superato il punto del 1889, ciò che era in relazione con l'assunzione di nuovi prestiti statali e municipali, con la (ornÙura di · denaro per l'erezione di officine elettriche, e con altre aper- .ture di crediti. - L'esportazione nel Cile in seguito al prestito del 1889 salì sino a 45,2 milioni di marchi (1892) e due anni dopo scese a meno della metà, cioè a 32,5 milioni di marchi. B blioteca Gino B anco
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