Adolfo Rossi - Alla guerra greco-turca (aprile-maggio 1897)

o8 CII.' spiacevoli disun.si fra i volontari italiani ribaldi, non si mostrava molto frettoloso, ed espresse il parere, anzi, che gli arruolamenti si dovessero pe r il momento rallentare. Senza sbottonarsi, un diplomatico che per il suo ufficio deve essere molto bene informato, mi diceva or ora che non credeva possibile una energica ripresa delle ostilità, ma senza la guerra non sapeva come la monarchia avrebbe potuto cavarsela. Da domenica scorsa il Re non esce. Iersera mandò a chiamare Ricciotti Garibaldi, col quale si trattenne in lunga conversazione. Richiesto da me sulla impressione !asciatagli dalle parole del Sovrano, Ricciotti m1 rispose: .: Più che della lotta greco-turca, il Re mi parve preoccupato della sua posizione davanti alle potenze. Mostravasi però di ottimo umore. ,. Intanto oggi alle ore 1 3 sbarcarono al Pireo 2 so italiani, guidati dal colonnello Bertet, che vuole rimanere autonomo, pure indossando la camtcta rossa. Fratti si adopera invano a fa r cessare le disgustose discordie. Da Patrasso, ove vi fu una nuova dimostrazione antidinastica, giunsero stasera altri 160 volontari, in maggioranza romagnoli, arruolatisi pe r seguire il figlio di Garibaldi. Ricciotti Garibaldi andò a riceverli alla stazione con 200 garibaldini armati.

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