Adolfo Rossi - Alla guerra greco-turca (aprile-maggio 1897)

* ì\fcntre l' altro giorno venivo assicurato che fu ci li pronti ce n'erano a iosa, oggi mi si dice che il governo ne difetta, ma che ne aspetta ottantamila da i\Iarsiglia e tredicimila da Anversa. Davanti a tante bugie c contraddizioni vi sono dei momenti in cui io mi domando se anzichè ad una guerra seria non assistiamo ad una grande commedia, e se Turchia e Grecia non sono d'accordo per mis ti ficare l'Europa intiera. Il mendacio sembra veramente qui una istituzione nazionale, ed è certamente la base della politica. L' altro giorno mentre un ministro parlava in francese con Ricciotti Garibaldi, un terzo amico presente diceva in greco al ministro: - Non dite bugie.- Per finire, riproduco un paio di frasi dalle quali si vede come qui siano poco preoccupati dell'avvenire. - Come farete a pagare i prossimi coupons / - chiesi ad un greco di mia conoscenza. - Non li pagheremo, e con vero piacere, perchè in g ran parte sono in mano dei tedeschi. - E se i creditori vi sequestrano gli introiti della dogana al Pireo? - Non si è fat to questo neppure per la Turchia, n è per l'Argentina. Non usa più! - C'est /'indépcndance dc la dette/

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