Adolfo Rossi - Alla guerra greco-turca (aprile-maggio 1897)

23 un cappello alto di feltro bianco, seguìto da alcune centi naia di persone. Tutti coloro con cui ebbi occasione di parlare questa sera sulla situazione, si mostrano scoraggiati. - Il momento - mi diceva uno - non potrebbe essere più grave. Non solo quello della dinastia, ma l'avvenire stesso della patria è in pericolo. - Ancora oggi- aggiungeva un altro - nessuno di noi è riuscito a comprendere il motivo della ritirata dei nostri da Larissa. [l principe ereditario aveva perduto la testa e con essa ha perduto la successione al trono. Trentamila uomini non do,-c,·ano esser fatti fuggire a quel modo senza !asciarne qualche centinaio almeno sul terreno. - Che cosa si farà ora? - A questa domanda nessuno mi sa rispondere. Il corpo d ' esercito di Tessaglia l- demoralizzato a Farsala. Rio rganizzare le truppe per ricondurlc a Larissa si ritiene impossibile. Frattanto Edhem pascià manderà certo qualche grosso rinforzo nell'Epiro cd anche di là le truppe greche dovranno probabilmente ritirarsi. Per quanto le persone più influenti s'adoperino a calmare gli animi, si dubita che l'indignazione delle popolazioni possa essere frenata ( 1 ). ( I ) Era questa l'imprC!!ione momentanea dci nuovi arrivati in 1\ tene, i quali non sapevano ancora che la guerra non era stata voluta veramente dalla popola~ione ma da pochi politic:Lnti per a\ idiU. di potere e di a\·venlure.

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==