Adolfo Rossi - Alla guerra greco-turca (aprile-maggio 1897)

La bolla~li'a di nomolò 179 850 metri di altezza, ed è dominato a levante dal monte di Antinitza. La ritirata dei greci stanotte da Domokò fu alquanto disordinata, ma non disastrosa come quella di Larissa. Le perdite di ieri si fanno ascendere a poche centinaia di feriti cd a qualche decina di morti, fra cui il tenente di cavalJcria ì\ lauromicalis, parente del colonneiJo. Nel pomeriggio seguitarono ad arrivare i feriti italiani. I reduci mi raccontano che in media i volonta r i italiani spararono circa cento cartuccie per uno. L'attacco dei turchi al centro deiJe posizioni greche fu fatto con undici batterie, mentre i greci non ne tenevano là che quattro, di cui una, quella del principe Nicola, non funzionò. Oltre le batterie di cannoni da 9 e da 1 o, i tu rchi avevano dei cannoni da 1 2 tirati da cinque pariglie. La banderuola dei volontari italiani fu tutta forata dalle palle. Indosso ad uno dei feriti (non so quale) fu trovato tutto insanguinato un foglio di carta con uno scritto a lapis che cominciava così: <( Caro /rate/lo. <( Qui non si fa nulla, c temo pur troppo che dovrò tornarmcne in Italia senza la soddisfazione cl' aver fatto quattro schioppettatc coi turchi ......

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