Adolfo Rossi - Alla guerra greco-turca (aprile-maggio 1897)

La battaglia di DomoRò 177 L'avv. Grassini di Venezia, che faceva parte del prode manipolo, mi diceva stamane: - Per la prima volta ieri mi sono sentito orgoglioso el i essere italiano. - Bisogna notare che questa colonna, già Mereu, non era stata racimolata a casaccio, ma scelta con ~tna certa cura, e contava molti giovan i di buona famiglia venuti qui a loro spese. Fra i reduci rimasti incolumi ho veduto stamane il Serrantoni di Imola, che si è arruolato sebbene abbia un braccio solo c che trasportava ieri i feri ti. Durante il combattimento, mentre il Serranton i caricava un ferito sopra un mulo, un ufficiale greco accorgendosi che aveva un braccio solo, gli domandò che cosa gli era successo. - Poco fa - rispose ridendo il Serrantoni- una cannonata me l'ha rotto: io l'ho preso c l'ho buttato via! - L'ufficiale è ancora intontito. F ra gli incolumi ho notato anche un giovane studente imberbe, appena diciassettenne, Pezzi Giovanni, di Udine, abitante a Lecce. Si è salvato pure un volontario più giovane ancora, di sedici ann i. Ambedue si batterono ieri molto bene al pari dei più anziani. Non si presentò invece al fuoco un sedicen te ufficiale in caramella e tutto gallonato, che era giunto a Domokò tre giorni sono, e che d iceva di volersi 1scnvere nella legione; come rimase in Atene un 12

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