Adolfo Rossi - Alla guerra greco-turca (aprile-maggio 1897)

LA ballo.Kiio di Domoi3 a sei colpi contemporanei. Le truppe si avanzavano quindi, c approfittando di tutti gli accidenti del terreno, dai cigli dei fossati, cla11c creste delle alture cominciavano a settecento metri un vivo fuoco di fucileria contro le prime lince dei greci. Il fuoco della fucileria nemica era segnato da linee diritte o curve di fumo chiaro: il fuoco cle1lc batterie da nuvole eli fumo denso. Più indietro si scorgevano col canocchiale grandi masse di truppe turche tenute in riserva, ma che pur senza combattere ancora avanzavano. La linea di combattimento dci greci era segnata da una striscia in cui il fumo dei fucili si mescolava a quello dei cannoni giù, dove finisce la montagna e comincia la valle, al primo gradino di que11a specie di piramide su cui torreggia Domokò. TI cielo si manteneva coperto : non si potè fa re una sola fotografia. Quando arrivai, dunque, sul ciglione, l'attacco dei turchi era più accentuato al centro, immediatamente sotto Domokò, e a destra. l tre g rossi cannoni g reci -uno situato fra le rovine del castello di Domokò, uno sopra una roccia alquanto più indietro e il terzo sopra un'altura a destra- prendevano di mira le batterie nemiche e le masse più grosse de11a t ruppa. Qualche colpo andava a posto, ma la maggior parte o erano troppo alti o troppo bassi. Qualche granata

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