Adolfo Rossi - Alla guerra greco-turca (aprile-maggio 1897)

La vita al campo di aver visto tutto. E ciò spiega le notizie contraddittorie che si leggono stampate. otisi che anche restando con le truppe, il pericolo è sempre molto relativo. I nemici non cadono dal cielo come un fulmine. Si vedono e si sentono avanzare. Impegnato il fuoco agli avamposti, un testimonio che non voglia esporsi può ritirarsi al centro della difesa, e se anche il grosso delle truppe avanzasse, ha tutto il tempo per mettersi alla retroguardia e osservare l'azione dalle alture, fuori di tiro. ~Ia la paura non ragiona. L'altro giorno è bastata la voce che l'attacco dei turchi fosse imminente, perchè una mezza dozzina di corrispondenti inglesi e francesi se ne andassero subito a Lamia. - Perchè partite così presto? - domandai ad uno di essi che conoscevo. - Perchè appena cominciato il combattimento il telegrafo di Domokò non funzionerà più. - Ma che cosa telegraferete da Lamia, se non vedete almeno il principio dell'azione? • - Aspetteremo i primi fuggiaschi .... - Che non avranno veduto nulla neppur loro! - Altri giustificano la ritirata col dire di esser sicuri che la guerra è finita, che si è firmato l'armistizio, ecc. Ad onor del vero bisogna aggiungere che oltre i corrispondenti che vogliono farsi credere, ma non sono coraggiosi, ve ne sono alcuni temerari

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