Adolfo Rossi - Alla guerra greco-turca (aprile-maggio 1897)

La vita al campo 149 centinaio di persone, che si disputavano fu riosamente fogli. Ma meno male se mancassero solo i giornali. Siccome difettano alla maggioranza tante cose necessarie, come la biancheria, bisogna riguardarsi continuamente dai ladri. Due corrispondenti inglesi furono derubati delle loro valigie, e ~ono rimasti col solo vestito che avevano indosso, senza un fazzo letto da naso di ricambio! Viveri, indumenti e cavalcature (i n mezzo a soldati a cui è un miracolo se si può da re ogni giorno un po' di rancio e che fecero tutta la campagna con un solo paio di scarpe) destano naturalmente cupidigie prepotenti. Un paio di calze, per chi ne è privo da due mesi, ha un valore enorme; una camicia, poi, un paio di mutande, un paio di scarpe da montagna sono cose da principi. Ed è anche per questa penuria di tutto, che la campagna non può durare a lungo. Per quanto circondati da fertili campagne, non s i trova verdura. Tutti gli orti sono stati devastati fino dai primi giorni. Si vedono cavalli e uomini bivaccare nei campi di fave o d'altri legumi. Dai peschi, dai mandorli, dai ciliegi, i soldati staccano i rami con le frutta verdi. Il frumento verde è tagliato per darlo alle bestie. Una devastazione. J proprietari dei terreni non assistono però a tali scene: la paura li ha fatti partire mentre avvenivano le ritirate di Farsala e di Larissa .

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