Adolfo Rossi - Alla guerra greco-turca (aprile-maggio 1897)

130 Dal Pir~o a JJomo~li çoi raribaldini di RicciiJIIi ---- vecchi platani, accanto ad una baracca-oste ria, dove i viaggiatori diretti a Domokò si fermano per far riposare i cavalli c mangiare un boccone. Si venne a sapere che i tu rchi sono a t re ore appena da Domokò , dove i greci sono molto a corto di viveri. La guerra finirà presto! S'incontra di tanto in tanto qualche piccola carovana di dromedari carichi di farina, ma ci vuole ben altro per parecchie migliaia di uomini! Alle 1 2.30 si continuava il viaggio sempre sotto l'acqua, e poco dopo avevo a sinist ra lo specchio del lago di Nezcro, circondato da una fertile pianura. i\ la l' at tenzione era distratta dall'incontro sempre più frequente di \'Olontari rimasti indietro, tutti bagna ti fradici e coi pantaloni infangati. In fondo alla pianura s'innalzano alcune colline tondeggianti, al di là delle quali - a un'ora eli distanza - sorge Domokò. Precisamente al principio eli quelle colline trovai alle 2 pomeridiane la colonna di Ricciotti, fe rmatasi per aspettare che cessasse un nuovo acquazzone. I volontari erano ridotti a poco più di quattrocento, ma bisogna riconoscere che con un tempo e strade simili, neppure una truppa regolare e trenata avrebbe potuto compiere una marcia .el i nove ore senza lasciare indietro uomini. Continuando la strada che sale elolcemcnte, fi ancheggiata da cespugl i in fi ore e da qualche rosaio selvatico (la pioggia aveva fatto uscire dal di sotto

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