Adolfo Rossi - Alla guerra greco-turca (aprile-maggio 1897)

1 :z8 Da l Pino a Domokò coi ganbaldini d i Riccio/ti piccole valli accampati interi villaggi di profughi col loro prete. Essendo piovuto tutta la notte, i poveretti mettevano ad asciugare le coperte di lana con cui s ' erano formate alla meglio delle tende. Donne e bambini sedevano sul terreno fangoso intorno a qualche fuoco eli rami bagnati, i quali davano più fumo che calore . La pioggia ha reso la strada molto cattiva. In certi punti vi è un fango formato da una creta rossa attaccaticcia, in mezzo al quale gli stessi cavalli procedono a stento. Figurarsi i poveri volontari! A meno eli un'ora da Lamia cominciai a trovare qualche ritardatario della colonna Ricciotti. Un greco in camicia rossa, che marciava con t 1·e soldati suoi connazionali, fece cenno da una scorciatoia al mio vetturino eli fermarsi. Pretendeva di salire per forza in ca rrozza, mentre eravamo a 5 chilometri appena da Lamia. Avendo il vetturino rifiutato di dargl i ascolto, quell'egregio volontario sparò una fucilata. Cost ì (Costantino) l'ex postino e il vetturino affermano che tirò contro la carrozza e che sentirono il proiett ile fischia re sulle loro teste, ma io non credo a tanta malvagit à per quanto in guerra vi sia tutto da aspe.ttarsi da certuni che vengono ai combattimenti unicamente forse per spogl iare i morti. A mano a mano che si sale si hanno magnifiche vedute sulla valle dello Spercheios: s i ammirano l' Oeta,

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