Frederic d'Hainault - La fede dei trattati ; L'avvenire dell'Europa

- !)~- sconnesse, minacciano ad ogni istan te di lasciar rovinare l' edifizio. Si avverta tuttavia di esser pronti a sorreggere il monumen to vacillan te, prima di sostituirvi un ordine di cose che soddisfaccia ai bisogni dell ' epoca e giustifichi a un tempo le aspirazioni che emanano da lla Provvidenza. Ci rassegnamo di buon grado a esser tacciati di audacia, in quanto che il rimprovero ci sarà comune coi novatori che non hanno temuto di predire e preparare dei nuovi des tini alle naz ioni . Ci riescirebbe più doloroso se al rimprovero di ollracotanza si aggiungesse quello di voler usurpare il posto del destino. Senz' altra pretensione che il coraggio della nostra opinione, ci rassegneremo alla condanna, _se non ci accuseranno che d' impotenza ; all'opposto resisteremo con tutta l' energia del nostro convincimento, se unicamente ci riguardassero come un falso profeta che audacemente procede sopra un carro di sogni, di utopie, d' impossibilità . Nostro precipuo desiderio è di richiamare l'attenzione degli spiriti severi, degli economisti politici che seggono nelle cancellerie dell ' Europa, e si occupano nel meditare profondamente sulla sorte prossima dei popoli che si agitano in ques ta parte del mondo d' onde emanano la luce e la sapienza, dove si trovano la forza e i modi di azioni. Dinanzi a questo areopago costituito di forti intelletti, poco ci cale di esser notato come un avventuriere. Noi siumo certi di non differire che nelle questioni di tempo. Gli uomini di Stato converranno che vi è molto da fare, e se non dividono nè accettano interamente le nostre ere-

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