Per la fausta elezione dell'eminentissimo cardinale Giacomo Giustiniani ...

8 E mill' altri, onde fu Grecia sì bella, E a' quei nomi il tuo cor ridea di gioja. Quinci a Roma volava il tuo pensiero. n grav' asse, il sesterzio, ed il denario E il quinario miravi; le famiglie De' Quiriti, e de' Consoli additava II segnato metallo, e le temute De' Regi insegne, e Flamini, e Vestali, Ed Auguri, ed Aruspici, e Sibille, E pompe, e dape, e estrl'mi onor renduti Alla memoria de' famosi estinti. Ben mi ragiona nella mente ancora L'alto saver, che da' tuoi detti usciva, Quand' io volgendo ai bei Felsinei colli Pel' a pprender di Temi il sacro vero, Mi favellasti di q uel gran Latino, Ch'ebbe vivo sul Sipi lo l' onore Altrui nega to; onde lieta Ravenna Và della rara immagine di lui, Che da Gallica mano uu Dio difese. (4) A maggior opra ti chiamava il Cielo. Al trono di colui, che tien di Cristo (5) Loco quaggiù si prostrano le genti Supplica ndo. Mercè chiede il pupillo, La vedova deserta, la pudica VeJ·gine, il prode che sudori sparse In toga, o in armi, il sacerdote, il casto Amico de' silenzi, e de' digiuni. Qual di bell' acque nobil fonte spande Sopra i languidi fiori, e sulle meste

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