Per la fausta elezione dell'eminentissimo cardinale Giacomo Giustiniani ...

E l' inviolahil Fede, e la Costanza, Che con securo piè 1n·eme fortuna, E l 'Umiltade, e ben èent'altre, e cento? Parmi vederti allor, che dalle gravi Cure natura ti cbiedea riposo, A diporto veni re, ove tuo senn o Con bell' ordine in scrigni avea raccolto Di medaglie tesor, che Grec ia, e Roma Ebbe fregiate un dì di sigle e segni Al commercio, e all ' onor de' cittadi ni. Allo scorrer coll'occhio or l'una, or l'altra Di quelle cifre, quanta t' accendeva Fiamma d' Archelogica sapienza! Qni contezza de' riti , e delle legg i, Là de' costumi, o de' fermati patti I n pace, o in guerra; eeco, dieevi, vago Dell'arti Greche t estimonio, oh! prisca Grandezza, che conve rse il tempo in polve! Ecco l'immenso Ippodromo; del Circo Ecco i ludi feroci; ecco corona, Onde Atene onorava i sac ri ingegni E i forti petti; quivi accesa pugna, CoEL trionfo; ved i un ecatombe; Qnesti un Nume, un Eroe, un Sacerdote. E sì spaz iaudo colla mente in quelle Di sonani intelletti altrici piagge, Ti si facea d'innanzi alla memoria Omero prima fantasia del mondo, E Pindaro, e Demostene, ed Apelle, E Prasitele, e Zeusì, e Fidia, e Scopa~

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