R. Tremelloni - Il socialismo contro la miseria ; G. Faravelli - Lotta su due fronti e alternativa socialista

A questo punto credo che sia appena necessario ricordare Che il nostro antibolscevismo non ha niente da fare con l'anticomunismo sotto il cui variopinto ban<lierone i partiti. borghesi nascondono tanta merce di contrabbando. Il solo punto del programma comunista con· tro il quale l'anticomunismo dei partiti borghesi è certamente schiet• to, ossia l'anticapitalismo, trova noi socialisti perfettamente d'accordo. Anche noi lottiamo per l'abolizione della proprietà e del regime ca• pitalistico borghese, sia pure con altro metodo, cioè col metodo de• mocratico della lotta di classe, e per un altro fine, cioè per instaurare una società diversa da quella sovietica, una aocietà di liberi lavora• tori. Ma quanto alla sincerità degli altri punti dell'anticomunismo dei partiti borghesi, ci si permetta di dichiarare il nostro irreparabile scetticismo. I partiti borghesi sono, in proposito, tutti, neasuno esclu• so, parzialmente o totalmente bugiardi. E' infatti difficile prendere sul serio l'amore sviscerato della libertà, della democrazia e il ri• spetto della persona umana professati da gente che ieri ha subito il fascismo senza muovere un dito e se ne è fatta complice, da gente in cui il fascismo è rimasto come costume morale se non come eti• chetta politica; è difficile prendere sul serio l'inconcusso liberismo economico professato da coloro che ieri si impinguavano nell'autar• chia; il culto della libertà di coscienza professato dai clericali che sino a ieri la consideravano un'invenzione diabolica; il repubblica• nesimo dei molti milioni di democristiani e di liberali· che ieri, nel referendum, hanno votato per la monarchia; è difficile prendere sul scrio l'amore per la indipendenza nazionale di quelli che ieri hanno venduto la patria a Hitler o non hanno mosso un dito per opponi a questa ignominia ed oggi denigrano la Resistenza; è difficile in·fine prendere sul scrio il geloso amore per i lavoratori di quei. gretti in. clnstriali ed agrari che nel comunismo odiano soprattutto la classe operaia. Perciò noi non parteciperemo alle crociate anticomuniste indette persino io nome della religione. Ed a questo proposito ci si consenta di sussurrare un umilissimo consiglio ai venerandi principi della Chie. sa che in questi giorni si sono messi alla testa della crociata; mesco• lando 1>erl'occasione con l'anticomunismo il marixsmo, la scuola laica, il divorzio, ccc.; umilissimo consiglio non desunto dalle clausole del Concordato stipulato con l'« uomo della provvidenza», ma dal buon• senso. Scherzate coi fanti ma lasciate stare i tanti! Ossia non trasci• nate la religione nell'agone politico, altrimenti è tecoppesco gridare al ~acrilegio quando i partiti colpiti (che non sono soltanto quelli CO• minformisti), JJCrlegittima difesa chiamano in causa il clero, le gerar• chie ecclesiastiche e la Chiesa. Nessuna voglia abbiamo di riesumare per ritorsione l'anticlericalismo di un tempo; nessuna voglia •di risve• gliare Voltaire o Fcuerbach, il maestr~di Marx; ma &eciò nostro mal• 14 B O;ioteca Gino Bianco

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