R. Tremelloni - Il socialismo contro la miseria ; G. Faravelli - Lotta su due fronti e alternativa socialista

lose evasioni di capitali all'estero, che contribuiscono .:te.Iimmiserire l'economia del Paese. Mentre lo Stato ha alle sue dipendenze la gestione delle aziende dell'I.R.I. che dànuo lavoro o dovrebbero dar lavoro a diecine di migliaia di lavoratori, il Governo non ha saputo far nulla per assicurare la gestione di cjueste industrie, alcune delle quali sono già andate in isfacelo (ultime, pochi giorni or sono, le Reggiane di Reggio Emilia) ed altre vivono in condizioni di grave perturbamento e sono continuamente minacciate di crisi, con notevole profitto di · aziende private che si veggono così liberate da una temuta concorrenza. Basti esaminare la situazione attuale c.lclla Fiat in confronto delle altre aziende metalmeccaniche ùipe,ulenti dall'I.R.I. 1 come Ja Breda, l'Isotta Fraschini 1 l'Alfa Romeo, ecc. Ed ora, in premio di questi mir.:1bolanti successi nel campo eco• nomico e finanziario, ecco il Governo chiedere al Parlamento una delega di poteri economici che, se fosse concessa, permetterebbe al Governo di instaurare una vera e propria dittatura nel campo dell'economia. Ma, mi sento obbiettare, c'è la riform.:1 agraria 1 o meglio lo stralcio della riforma agraria. Io non sono un tecnico; nHt francamente, per quel che capisco dei principi informatori cli questa riforma, non poaso affatto condividere gli entusiasmi che essa ha suscitato anche in molti socialisti, -soprattutto se la paragono con q'uel progetto di socializzazione della terra che fu presentato dal gruppo socialista in Parlamento nell'altro dopoguerra, progetto di cui la riforma Segni è la perfetta negazione. In sostanza la riforma Segni, ispirata alla pretta dottrina sociale della Chiesa, costituisce una artificiale e costosissima fabbrica di piccoli proprietari privilegiati. Non per nulla l'on. Segni ha affermato che l'Italia, nelle plaghe di applic3zione delJa riforma, sarà tra qualche anno intieramcnte cristian:t. Pili esatt.:1mente avrebbe dovuto dire: llemocristiana. L'argomento a cui si riducono i laudatori socialisti dell.:1 riforma è che questa ha intaccato il sacro principio borghese della proprietà. Ma anche il fascismo e il bolscevismo hanno intaccato il sacro principio della proprietà, nè per questo i socialisti possono approvarli. E quanto alla fiera ostilità degli agrari contro la riforma, non mi pare che l'atteggiamento di questa ottusa classe costituisca necessa· riamcnte una riprova che i riformatori democristiani sono nel giusto. Comunque sia, tutti i panegirici •S(>Crticati alla 1>olitica cli Pella. di Segni e di Vanoni, che i candidati del partito dominante sciolgono in questi giorni nei comizi elettorali, non tolgono nulla al fatto vergognoso e spaventoso di oltre due milioni di disoccupati cronici; fatto che sta disintegrando il tessuto sociale e morale della Nazione; e quindi non tolgono nulla al dilemma drammatico <lei nostro Tremelloni: o s.:1lta la clisoccupazione, oppure salta la democraz.i:i. B b otec;aGino Bianco e·on a azione AJfred LeWin Biblioteca Gino Bianèò 11

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