Carlo Maria Curci - La demagogia italiana ed il Papa re

12 FI!LLONJA · G · · Got' i Lono-obardi incantesimo, succedeano • ot!; 31 1 t'l • che con una più lnnga domjnazione avrcbbon lascHìlO il loro nome alle pi~ feconde provincie- della Penisola. Ma il snccedcrsi dei bt.ll'bari non era elle un rinfresca re te piaghe della devastazione e della opprcssura, appena com inciatesi a rammarginare dall'abitudine e dal tempo. Nè ci era a sperar nulla d:lli'Orienlc; chè • a\' Imperadori si curava n ben poco di Roma , mollo me- n no d' Italia ; se non forse se ne ricordavano a quando a quando per mandarvi qualche favorilo Greco con grec he orde ati ispolparla. Nel r.esto gagliardi presid ii d_i. so !datesche tJgnali al bisogno non venivan mai; sussidi i pecuniarii molto meno, e ral ora neppur governanti e prefetti; talmente che i popoli si videro Il Cl rigo1· del termine abbandonali a lo,·o stessi; costretti per conseguente a provvedere da sè alla propria sa lute ; e nella impossibilità di resistere sospinti IOr'o ma lg rado a pallr.ggia re co i barbari e sommettersi a l loro dominio. Fu allora che i popoli d'Italia si rivol sero ai Pontefic i ; c segna tamente il popolo di Roma, che aveali nel suo· mezzo , nei Pontefici tro,·ò prolezione) trovò consiglio, lro\ò salu te: dirb anzi meglio,. trovò l'essere e la esistenza di popolo. I Pontefici pertanto senza sapedo, senza vol edo , direi quasi senza che pure ne fossero accorti, si trovarono di essere sovrani in Boma, mentre pure si a~ope ravano di conservarla a tul!o loro potere ne lla dtp_en.denz~ ;Jegl' Imperadori di Oriente. Corse ro più se- ~?~1 111 cut 1 .Italia e Roma non ebbero altra tutela che Infula pacifica del Vaticano; e all'ombra di quella

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