Carlo Maria Curci - La demagogia italiana ed il Papa re

• VERSO GL' IN'TERESSI DELL1\ CHIESA 89 cattolico pregia almeno ciò che ha di santo, di generoso e di nobi le la società cri stiana, intenùa cltr. razza uomini siano codesti; e cerchi a se stesso , se la Italia ebbe mai nemici più perniciosi di questi suoi nuovi rigcneratori. La m od ~ rna civiltà europea è frutto del catloli cismo autonomo c inù cpenclc nte nella maniera che diss i sopra : voi non lo riJ une te i n servitù sen.za aver crollate dalle sue fondamenta le basi de ll'edific io sociale. Esso è una quercia ann os issima , che ~ e copre una vasta area colle amiche su e ombre, ciò è app unto peichè invade e cerca quell' area stessa coi rami molleplici dell e sue radici. È bello il rezzo, è grata la frescura di quella chioma ondeggiante al vento ; ma la sua vita e il suo perenne ali men to le vien di sott errJ . Vo i non la potrete sradicar quella quercia dall e ime barbe, senza che quel bel piano che la circonda non diventi un ammasso di terra scompigli ato ed informe. Che sarebbe del mondo con una Chiesa il cui Capo fosse suddito di un potere laicale e di pendent e civilmente da esso ? La storia , come osservammo di sopr·a) non conosce questo caso fu ori i tempi di persecuzioni; i Pontefici se non furono civilmente aut onomi , furono martiri o perseguitati. L'avere la Proç-- videnza pet' tredici secoli con servala al Vescovo di Roma quella temporal premin.enza : l'avergli ela conservata qtiando atto rno a lei passavano e spa1 ivano nel· l'universale scompiglio i poteri che sembravano i meglio costituili; l' a\'P.rgli cla con servata attraverso di .tante vicende, a cos to di tanti portenti e col farle vin-

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