Felice Turotti - Carlo Alberto e Vittorio Emanuele II

-(73)~ di Carlo Alberto veniva recato a ciclo. Ecco per qual via un principe può divenire l'idolo de' suoi popoli. e sia a tutti d'esempio questo magnanimo che fu il primo principe che diede l'impulso alle riforme. Spirato novembre dovea fare ritorno Carlo Alberto alla capitale Subalpina e gli abitanti ne voleauo festeggiare il ritorno non meno della partenza. Ma i retrivi con subdole lflene tentarono di sventare i preparativi ma il popolo stette saldo, e furono innalzati archi e trofei, iscrizioni, si fecero luminarie, carri trionfali) ed i cittadini a drapelli mossero ad incontrare il re verso Moncalieri. Egli arrivò ma chiuso nella sua carrozza, e non si afl'acciò mai allo sportello, tal cosa dava pena al popolo che pieno di cuore e di riconoscenza verso il suo re la esteruava con entusiasmo c con gioia. Ma quando il re fu arrivato al suo palazzo sceso dal cocchio e inchinato da alcuni che lo tradivano, disse: « Sono stato ingannato aneora una volta » e si recò alla reale loggia col capo scoperto in atto d' esprimere ai cittadini il suo aggradimento , i quali fac~vano eccheggiare l' immensa piazza del nome di Carlo Alberto. Il movimento che agitava il Piemonte propagossi ben presto in Sardegna. Il grande movimento italiano che avea destato le simpatie d'ogni nobile corona in Europa e perfin0 nella lontana america aveva fra le persone più colte trovato ri scontro anche in quell'isola, e destatovi gli animi a nuovi pensieri e speranze. L'energia colla quale nel maggio 184,6 il re non contento d'aver scosso da più anni fin l'ombra della protezione dell'Austria, resisteya con viso aperto alle pretensioni della medesima accese gli animi d'ammirazione e d'entusiasmo. Le opere di Balbo, di Gioberti, di Durando, di Mass imo d' Azzeglio aveano fatto propagare in Sardegna l'idea dell'indipendenza di primato d'Italia, ed accesi gli animi di ambizione e di desiderio di essere essi pure parte di quest'Italia e riunirsi alle sue glorie ed a' suoi destini. Il re avea nel 30 novembre sottoscrlttG e mandato al conte dì Lannay vicerè di Sardegna il bando seguente: « men tre si stanno per nostro ordine studiando colla maturità di consiglio , che la gravità dell' atto richiede i mezzi più acconci per estendere all a Sardegna senza troppo grave complicazione e turbamento di cose, i benefizii dell'amministrazione stabilita nelle nostre provincie di terra ferma, acciò possa codesto regno mercè una larga fu siono d'interessi godere di quella perfetta parità di trattamento che ·con - sentanea al paterno nostro affetto ci è pure espressamente domandata per supplicazione di apposita deputazione degli stamenti accompagnata da quella di parecchie città ed avvalorata dal vostro 6

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