Felice Turotti - Carlo Alberto e Vittorio Emanuele II

-( n7 )- Ben !ungi da sYegliare ne cuori piemontesi sgomento quella rappresaglia austriaca a converso ne rialzò gli spiriti di ostilità . Quindi nacque sodalizio fra il re e il popolo ben pensante che diede molto rammarico al partito retrivo. Il re volendo serbare la consueta sua dignità espose nella Gazzetta ufficiale del regno del 2 maggio 18~6 le parole seguenti: « L'aumento del dazio di entrata su i vini dei R. Stati adottato dall 'Austria, pubblicato nella Gazzetta di Milano del 20 dello scorso aprile e inserito in quella Piemontese (N. 94.) colpi ~ ce così direttamente gli interessi de' propri etari e colti\'atori, che resta opportuno d'indicare le cagioni di sifatta misura. Nel 17 l'H si stipulava una convenzione tra le corti di Sardegna e di Austria per la quale accordandoci questa il transito dei ~ali della Repubblica di Venezia per gli Stati della Lombardia per parte nostra si rinuncia\'.a al commercio attivo dei sali coi cantoni Svizzeri e Bailaggi da essi dipendenti in Italia. Questa com·enzione fn richiamata in vigore coi trattati del1815 ma avendo le gabelle Sarde cessato definitivamente di prevalersì dei sali di Venezia, poteva la medesima considerarsi come risolta, mancando lo scopo per cui era stipulata , e fu soltanto per deferenza alla corte d'Austria, in considerazione di non essere stata denunziata la convenzione che S. M. rinunziò al fornire al cantone Ticino la quantità di sale che aveva chiesto. P.~rò il governo di questo cantone, avendone fatto acqui sto all'estero chiese al governo di S. M. il libero transito che gli fu accordato , non potendosi , secondo le massime del diritto delle genti, negare agli Stati confinanti il transito di qualunque siasi merce, ove non ne torni pregiudizio allo stato che lo accorda. La corte di Vienna Yolendo considerare qual commercio attiYo questo transito di sali , quantunqne accordato senza alcun bene· ficio e profitto per le Regie gabelle vi si è opposta, e ricusando S. M. di aderire a una tale estensione della convenzione del i 751. nella quale non si è fatto parola del transito, la cui proibizione nè fu nè poteva mai essere dalla corte di Sardegna consentita, fu dall'Austria adottata la sopra accennata misura come una rappres::tglia. » . Con queste misurate parole denunciava il re all'Europa le violenze e l'ingiustizia dell'Austria, e per mostrare a questa potenza dei piedi d'argilla che non era solo, e poteva danneggiarla sottoscri~tse quasi contemporanelmente il trattato di commercio coll a; Francia. Alla quale notizia tutto il regno Sabauùo si scosse c fu irrefn~nabile la gioia de' Piemontesi. Nella capitale la gioia e l' agitazione apparivanù più grandi ancora. Canzoni militari di guerra , tutte piene di sensi italiani erano in mano dei soldati inni di tripudio e cantici poetici d'in5

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