Felice Turotti - Carlo Alberto e Vittorio Emanuele II

-( i28 )- Ancora quando Nicolò Tzar di Russia appettiva ad imposses· sarsi dell'impero turco amantando le sue mire sotto specioso prete· sto <li quistione reli~iosa, le potenze principali dell 'Occidente che tollerare non potevano l'ingrandirsi della Russia, si collegarono per porgere soccorso al turco, che da solo non avrebbe bastato contro -la Russia, il Piemonte fece anch'egli parte di questa crociata. Le sue schiere comandate da Alfonso La-Marmora si coprirono di gloria alla Cornaja, ove sbaragliarono i russi essendo notevolmente inferiori di numero, ed il vesillo italiano fu circondato dalla vittoria, e provarono che il nome di bellicoso non erot stato dato indarno al Piemonte. Intanto ì destini maturavano avvenimenti che più bello e riverito dovevano rendere il nome di Vittorio Emanuele H. L'Austria comunque avesse addottata la neutralità armata nella quistionc d'Oriente era nulla meno entrata nella federazione con animo non lieto, imperciocchè lo facea per timorcl che la Francia e Inghilterra unite non suscitassero ne' suoi stati rivolgimenti, essendo dai popoli abborrita per le crudeltit e lo sevizie commesse contro i medesimi. Avendo le medesime formato argomento a diversi scritti, e quindi note all'Europa non le riproduciamo, che troppo eziandio ci fuorviarrebbero dal nostro proposito od at:cenneremo a quelle che si collegano al nostro scopo, cioè l'iniquità dei sequestri stabiliti dopo il sei febbraio giorno che produsse vittime senza recare giovamento alla causa italiana. La legge dei sequestri essendo infrazionr. del più sagrosanto dei diritti qual' è quello della proprietà ohe forma base della societ:ì, svegliò in tutta Europa profonda indegnazione, e nel Piemonte venne scritto e parJato contro la medesima, che fu obbligato il gabinetto austriaco ad abrogarla. Il Piemonte era il solo stato che teneva in alto la bandiera dell'indipendenza, e si può dire che l'Italia era in Piemonte, cd il suo governo saggiamente continuò nell ' opera inco· minciata, e si atteggiò in un seguente progresso consen·andosi in apparato imponente di guerra. Lo spirito di nazionalità mirabilmente si sviluppò e si diffuse nel popolo italiano, e dall'alpi all'Etna fu sentito il bisogno di rannodarsi intorno alla sabauda ban· diera. e l'idea d'ordine e di moderazione s'infiltrarono in tutti i cuori, la cacciata dell ' Austria fu il desiderio d'ogni italiano. Siccome non vi può -essere progresso in uno stato, ove non sia ra.fTrenato il partito clericale, che mostravasi sempre dell' immegliamento de' popoli ostile, eosì cura del gorerno del re, fu quella di recare salut1ri riforme negli ordini religiosi, abolendone alcuni ehe nes~un giovamento recavano allo stato, conservandone a converso alcuni che la. loro opera riesciva proficua al pae~e. Nel parlamento si bandiva sempre la croce contro l'Austria,

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