Marino Marini - Memorie istorico-critiche della città di Santo Arcangelo

9 stessa data a Francesca, di cui per altro niuno l1a mai dubitato, potrebb' essere convinta di falsità. Un Comune così ragguardevole come l' Arcangeliano, non potea rimanere scarso di monument i d' arte: c ciò che dimostra più la molta coltura de' suoi cilladini, è l'esserne colà stati istituiti non pochi si religiosi che scientifici e di ~ubblica utilità. Anche ella c prova di molto incivilimento, ,] presentare quella cillà una seri e ouorevolc di antiche c nobili f.1mi glie, molti iodi,•idui di cui si rendcttero insignì nella repubblica lelleraria e nella Chiesa. Contemplando adunqlfe la serie di queste fami glie, e le lor gcste riferite dal eh. A., non possiamo che aderire al suo giusto trasporto patrio, dicendo cl1e s. Arcangelo, sotto i rapporti accennati può eccitare imidia a molte altre più grandi e più illustri città italiche. Ed in verità quale città non recberebbesi a gr an vanto di aver dato i natali ad tm sommo Gerarca della Chiesa, <(Uale si fu Lorenzo Gongonclli, ossia Clemente XIV? Che poi quella ci ttà sia riguordcvole per lo ingegno non solo guenie•·o, ma ben anche arti stico c scientifico de' suoi cittadini, non meno che per la eroica pietà cristiana di alcuni di essi che ottennero pubblica venerazione, lo fanno conoscere i SO'Ilmi uomini ch' ella produsse. I beat i Simone Balacchi e Roberto 1\la\atesta e la venerabile suor lllaria Canili furono arcaogeliani. P rimeggiano nella serio <le' n lenti artisti e letterati, Guido Cagoacci pittore; F•·ancesco Michioi celebre anatomico e fuico sin dal i 530; Giuseppe Enea e Gaspare Garatoni, l' uno sommo astrouomo c matematico, l'altro • ersnllssimo jo ogni genere di letteratura; Costantino Ruggieri fu classico letterato. llfa s. Al"cangelo può principalmente gloriarsi di avere f•·a i suoi ci ttatlini il celebratissimo monsignor Gaetano Marini, la di cui fama, mercè i moltiplici e classici suoi lavori archeologi c tliploma!.ici, non perirà giammai, ed ha essa percorso la E uropa in tutta la sua estensione. E non potd anche recarsi a somma gloria la stessa ci ttà di a1·er rice{uto nel nos tro eh. A., l'illustre suo concitladino, il degnissimo ni-

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