Egidio Reale - La libertà della cultura e la cultura di massa

blico non ha quasi mai il tempo di comprendere ciò che gli si lascia scivolare sotto gli occhi ». Non v'è possibilità per lo spettatore, o ve n'è molto scarsa, di fare atto d'intelligenza, di discutere, di reagire, di forrnarsi un'opinione qualsiasi, di formulare un giudizio, di esprimere una critica, di distinguere la verità dalla finzione. Ora, per valutare tutto quello che ciò importa per la vita, il pensiero, la libertà degli individui e delle nazioni, si pensi alle centinaia di milioni di uomini, contadini od operai, artigiani o impiegati, addetti ad un lavoro sempre più automatizzato da cui esula quasi del tutto ogni iniziativa personale, nel ritmo sempre più meccanico della produzione moderna che richiede la ripetizione all'infinito, ogni · giorno ed ogni istante, degli stessi movimenti. Dopo le ore trascorse nei campi o in un'officina o in un ufficio, quegli uomini, nello scarso tempo di libertà e di riflessione, sono assaliti, nelle case, nei luoghi di ritrovo, nei caffè e nelle osterie, ad ogni angolo di strada, dalla carta stam_pata e illustrata, dall'alto parlante, dalla radio. E se cercano uno svago, lo trovano nel cinema o dinanzi a un apparecchio televisivo. E per tutti il giornale, la radio, il cinema, la televisione possono ripetere le stesse informazioni, insegnare le stesse cose, insistere nelle stesse menzogne o negli stessi abili travestimenti della verità, farli preda di ogni propaganda, annullare ogni libertà, ridurli in uno stato di sod19 BibliotecaGinoBianco

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