Umberto Morra - Il messaggio di Piero Gobetti

cietà italiana. Non sarà inutile ricordarlo. Anche oggi è forse puerile e vano prendersela con le più vistose e forsennate apparenze del neofascismo quando il pericolo insito alla società italiana è sempre quello del suo dubbio adattamento ai tempi moderni e della sua facile consegna a qualunque «capo» le prometta di «fare per lei», di sostituire il fascino e le arti personali al lungo cammino di consapevolezza, di re- •sponsabilità e di lotte che la renderebbe non già più mallea1 bile (contro l'opinione diffusa tra i pigri, lo è anche troppo) ma più conscia del suo dovere e del suo destino. Anche oggi c'è aria di insofferenza e di abdicazione di fronte ai« problemi ii. E molti saluterebbero con gioia qualche furbo che venisse a confondere le carte. * * * Su questo punto specifico, ci pare dunque che le schiette parole di Gobetti conservino la virti.1 di un ammonimento. Per non esser riuscito a trovare una parola più sobria, hò lasciato che questo opuscolo fosse intitolato Il messaggiq di Piero Gobetti ; è un termine di tono troppo alto, e insieme troppo esterno, di cui mi rammarico, ma indica se non altro una precisa convinzione: che la visione generale che Gobetti ebbe deglì eventi di quegli anni può ancora valere come un orizzonte nuovo e che tante delle sue convinzioni e delle sue «scoperte ii si protraggono fino a noi, come fossero d'oggi. Di più c'è che tornare all'opera di Gobetti; significa per noi tornare a una stagione della nostra gioventù che, per merito dell'influsso e' della presenza del nostro amico, non fu di sogni illusi e di intellettuali avventure, ma fu tutta materiata di esperienza critica. Quella esperienza fu stroncata dalla sua morte e dal trionfo del fascismo ; e oggi ne ritroviamo gli 'elementi riandando le tappe che allora furono aperte e franche pur nell'atmosfera drammatica di una catastrofe, che non era , del resto tutta nostra. Solo oggi peraltro• si prova indubbia- ~8 bibllotecaginob1anco

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