Vitaliano Brancati - Le due dittature

,non c'è universalità, questa prova ci verrebbe fornita dalla cultura europea. Perchè, allora, affannarsi a cercare altrove quello ,che abbiamo qui tra noi? Che necessità di tradire la nostra origine nella speranza di un qualche cosa di nuovo che nessuno potrebbe darci? Dopo tutto, questo qualcosa di nuovo è la liturgia troppo conosciuta dell'arte pianificata, del pensiero organizzato, deWimmaginazione incatenata. Questo qualche cosa di nuovo è l'anti-Europa, nel doppio significato della parola: prima dell'Europa e contro l'Europa. La storia della cultura europea è una storia di ininterrotto movimento. Il pensiero e la fantasia si muovono e si trasformano per adattarsi a1 continui mutamenti realtà. Se l'arte europea è anche un'arte realista, è perchè essa segue le variazioni della realtà naturale e umana. È un'arte che non si cristallizza mai in. una formula, che non pretende in nessun momento di essere arrivata alla conquista della verità, ma certa sempre un'altra verità. È un'arte che cambia non appena cambia il mondo, e persino prima che cambi il mondo. Nella cultura non europea sarebbe difficile immaginare una curva, una spirale di stili che urtano apparentemente l'uno contro l'altro, ma che in realtà dànno l'idea la più •completa della verità umana. Nel Gotico e nel Rinascimento, nel Razionalismo e nel Romanticismo, come nella grande e molteplice diversità dell'epoca liberale, tutto si allaccia, tutto si completa, perchè la cultura europea non ha mai servito un solo signore. Non si è mai ispirata unicamente al sentimento 27 01bliotecaginob1anco

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