Fernando Schiavetti - Le condizioni della stampa nel regime fascista

per dir cosi, da un sistema di governo severo e impa.rziale che si attenesse strettamente - come era, ad esempio, nelle ti adizioni dell'amministrazione ab- . sburgica - alla tutela della legge nei confronti di tutti; viceversa nell'Italia fascista il governo, nato fazioso è impregnato sin nel profondo· di faziosità, si vale del pretesto della tutela dell'ordine pubblico per volgere il minimo movimento o accenno di movimento tlella piazza fascista - mantenuta dal governo stesso e dalla stampa governativa in uno stato permanente di eecitàzione e molte volte espressamente incitata ad agire - a detrimento delle libertà e dei diritti degli oppositori e della grande massa· dei cittadini estranei alle lotte politiche. E' bastato, ad esempio, che tre fascisti romani proclama,ssero su un loro settimanale il boicottaggio di un diffusissimo foglio satirico antifascista (il Becco Giallo) percbè il prefetto della capitale con ripetuti e sistematici sequestri motivati dal famoso art,. 3 della Legge comunale e provinciale ponesse il suddetto foglio nella necessità; assoluta di cessare le pubblicazioni. Il medesimo è avvenuto, con carattere di maggiore-gravità, per i due giornali romani di opposizione costituzionale sequestrati metodicam11nte, per due mesi continui, al loro uscire. Essi avevano un bel limitarsi a stampare esclusivamente articoli di variet,à e a riprodurre i. comunicati delle agenzie ufficiali: il prefetto di Roma (o, per meglio dire, il governo) fingeva di vedere nella loro comparsa a.lle edicole un pericolo per l'ordine pubblico e li sequestrava, prima ancora 15 B blioteca Gino B,anco

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