Fernando Schiavetti - Le condizioni della stampa nel regime fascista

mento del gerente (ossia, in altre parole, diritto illimitato in via amministrativa di sospenclere,di sopl)rimere .o di non /lff piibblicare un giornale) : c'era tutto l'armamentario sufficiente per far dormire fra due guanciali il più pavid0 ministro che si pote1;se immaginare. Tuttavia nei primi tempi i due decreti ebbero un'applicazione molto moderata: un po' perchè la crisi Matteotti non era ancora sorpa~sata, un po' !)erchè il governo si era impegnato, in seguito alle polemiche suscitate dai decreti, a present;-1,reuna legge organica su la stampa la quale restituisse alla magistratura i poteri conferiti, con un atto evidentemente arbit,rario, ai funzionari d('Ù governo. Ma quando, nel gennaio del 1925, l'on. Mussolini credet.tc necessario stringere improvvisamente i freni e ginocare il tutto per il tutto, i decreti furono applicati con una pesantezza e una brutalità cbe non trovan.o riscontro nei precedenti di nessun governo; e la legge promessa fu posta per un po' di tempo da pa1;te. Per tutto il 1925 - e in parLicolar modo sino al termine del più delicato periodo istruttorio dei procedimenti relativi :tll'assassinio dell'on. Matteotti e sino alla elaborazione delle cosiddette leggi fascistissime - la pressione del governo contro la stampa indipendente si mantenne inallerata. Essa può essere distinLa in due azi-•ni diverse: una, palese o relativamente palese affidata alla censura e un'altra, nascosta, per la conquista delle aziende giornalistiche. Intorno alla prima azione basterà riferire quanto ne fu scritto, nell'aprile del 1925, in una relazione su la vita de Lei Voce Repiibb_licanlt presentata al lO. Biblioteca Gino Bianco

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