Emidio Zoli - Sul commercio de' grani nello Stato pontificio

7 Pal'l'. Tutt'altro. Io sono qui per illumiuaryj io tutto; è questo il primo ullicio del Sacro Mini.tero che Dio mi ha affidato, e in me non ha altro desiderio che di pot erlo utilmente escrcitat·c. Pop. P oichè dunque è tanto buono, mi dica un poco Signor Parroco. - Se anche gli altri prodotti costassero poco come il grano, cosa guadagnerebbe il ricco da questo cambiamento di coltivazione? P arr. Se veramente fosse così non guadagner8bbe nulla. llla \'oi supponete un caso molto remoto. Primamente pcrchè i bisogni, c i capr icci degli uomini sono tanti, c tanto varj, c l' indust ria è così ingegnosa che difficilmente mancherebbe un uso più proficuo del terreno di quello di mandarlo ad una coltinzione passiva come quella del grano se il grano non trovasse consumatori; secondariamente pcrchc i prodotti di altra natura a· vrcbbero per consumatot·i non già uno popolazione r i· stretta come quella del nostro Stato, ma l'intero po· polo della terra, mentre a nessuno di voi cadrebbe in pensiero di proibire l'estrazione delle canape, dei lini, del legname, del bestiame , delle lane, dei formaggi , delle sete, e di tutti gli altri prodotti che non sono di prima necessità. Al contrario, io so beni.-simo quan· lo sia dispiaciuto quest'anno ai contadini di 3\'er venduta la seta al prezzo di dodici bajocchi, C[uando solevauo venderla \enticioque, e avrebbero desidemto perciò cho la ricerca dell'estero fosse stata maggiore. Pop. Ella mi mette scmpt·e d'innanzi agli occhi coso comunissime e verissime, ed io sempre più m' indispettisco di non averle ideate prima. Ma ad ogn i modo dato il caso, quasi impossibile, che di tutti i prodotti ,,i avesse la stessa abbondanza del grano, anzi lo stesso eccesso , ripeto io, che farebbe dunque il ricco delle sue terre, che Ella chiama isti'Umeoto della sua indus tria?

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