Emidio Zoli - Sul commercio de' grani nello Stato pontificio

52 zo è basso; chè ciascuno potendo comprarne ne man· gerebbe a suo pacimento. Pup. Nè solo questo Signor Parroco. l? vedo che quan~~ il gmno è a buon ~IC~·cato .se ne. scw.laqu~ pe~ tull• 1 versi. I cani, i gath, 1 pollo, tutto gli anomalo o poco 0 molto ne mangiano. E il grano turco che i contadini danno ai majali si risparmierebbe per mangiarlo invece del grano; e la fava che si dà ai cava lli si potrebbe pure ri sparmiare in caso di bisogno; si po· trcbbe anche mangiare delle patate che sono buonissime; e così sa Ella quanto tempo si andrebbe avanti di più? di quel poco! l\la chi mette nella testa alla gente di riconere a tutti questi ripieghi? Parr. La necessità. non altro che la necessità. E quando si fa sentire la necessità? Quando il grano costa assai. Dun· que il caro solo del go·ano può salvarci .da un sicuro flagello ancorcluì il g1·ano mancasse effettivamente. Dunque volere cl•e il grano costi poco, quando ce n'è poco, è un volere incontrare il flagello. Se poi ce n' e molto, la Legge è inutile ne' suoi elfetti, e solo aHchbe l'odioso di ferire il d iritto di proprietà vincolando la libertà del commercio. E cominciato che si è una volta a vincolarla non si finisce più, perchè una cosa chiama l' al tra, l' alto·a l 'altra, e così via via. Vedete l' a•u•o scorso. Si è dato cominciamento col proibire l' estrazio· ne con una Legge nuo••a, poi tllla pmvincia ha proibito che vada il grano in una provinc ia limitrofa de llo stes'o Stato, poi una città l' ha ne.,ato ad un'altra città della stessa provincia. Inoltre so~o •·euut~ le denuncie, e le visite ai domicili, e finalmente alcuuc citI~ ha~no limitato il prezzo. E· cosa nacque da ciò? Un d•sordone geneo·ale; e sarebbe nato anche maggiore, se il grano fos>e elfcttivamentc mancato, come si supponeva. Immaginate che nelle pi'Ovincie di Bologna e F orli non fosse stato veramente più grano, quando quella

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