Emidio Zoli - Sul commercio de' grani nello Stato pontificio

51 lo di fissare al grano un prezzo mite. Cosa è che ci avverte che il genere comincia a mancar~? è il caro prezzo. E che cosa è che ne fa consumar meno? è il caro prezzo, Or dunque, se quando il prezzo cresce è segno che il genere manca, e noi 1•ogliamo nondimeno scialaquarlo ribassando per forza il prezzo, noi ci troveremo in fine dell' annata annonaria senza grano di sorta e moriremo tutti di fame. All' incontro, se lasciamo crescere liberamente il prezzo del grano, a misura che cresce se ne consuma meno, e questi risparmi ci portano in fine dell' annat.1 sani e salvi. Pop. E.h ' Signor P arroco per ,.;,•ere ci I'Uole quel che ci vuole, e del pane specialmente non se ne r isparmia. Se fosoe delle altre cose si, ma del pane no, chè è troppo necessario. Parr. Nel 1·ostro stesso discorso appare ch iarissimo il vostro torto. Vorreste po ter consumar meno delle altre cose e del pane no. Cosa vuoi dire questa vostra proposizione? vuoi di re che il pane si consuma colle alt re cose; dunque le altre cose come il pane servono alla vostra nutrizione. Se cosi è, chi vi impedisce di con - sumar meno grano, e al meno del grano sosti tuire altre cose? nessuno. Anzi il caro del grano ci obbligherebbe alla consumazione dei succedanei. Di più; voi dovete essere persuaso, che senza che il corpo nostro se ne risenta, noi possiamo consumare un sesto meno di pane al giorno anche senza sostituirvi altt·e cose. Quell 'uomo che per solito consuma ventiquattro oncie di pane al giorno può vivere senza sentire gli effetti della privazione con venti oncie; quell'altro che ne consuma diciollo può contentarsi di quindici e cosi via ' ' ia; ed ceco subito che in un anno si acquista dci grano per andar avanti due mesi, e ciò è un gran fatto; fallo che può verificar;i solamente se il prezzo è alto, non mai ;c i l pre~-

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