Emidio Zoli - Sul commercio de' grani nello Stato pontificio

5 p ,,p. Io fo il calzolajo, c se mi guardn ~ Il e onani..... Parr. Vi credo. Dunque 10i fate il ca lwlajo: >a benissimo. Supponete ora che <lui in P aese ci fossero ~enti eia battini in cambio di dicci che ve ne sono, e cl1e la gen te che porta c fa ralloppare le scarpe fosse sempre la stessa. Vedete subi to di pc•· voi che dicci ciabatti u.j r esterebbero senza Ja,OI·o, o veramente il lavoro di dieci si dividerebbe iu ,·enti , c nessuno per conscguenu potrebbe vivere col prezzo di esso. Ora dunque cosa fare ste 'oi in questo caso? Pop. nli fa quasi ··idere Signor Parroco.... discine! è rosa <Juesta che viene di suo piede: non potendo piu ~ ive ­ rc o fare il ciabattino farei subito un altro mestiere che mi desse da mangiare. Farei magari il facchino , andcrei a servire, a fare il soldato; insomma farei qua - lunque altra cosa per vi1•ere purché fosse onesta e permessa dalle Leggi. Dia che c' entra questo di;corso col grano? Parr. Abbiatc un istante di pa1ienza c vedrete che c' entra henis; imo. Dunque voi cambiereste mestiere? Pop. Sicuramente. Parr. Or bene; ciò che fareste I'Oi lo farebbero altri nol'C ciabattini, c tanti altri fi••cl•è quelli che proseguissero oPI mestiere avessero òcl lavoro per vi1•crc; 1•a le a di,·c finché la ricerca fosse pari all' offerta: in altri termini; Gnchè i lavoranti fossero uguali al lavoro, e non piu. Pop. Questo lo comprendo, e dcv' essere cosi. Parr. Alla buon ora. Se comprendete questo, comprenderete ancora che il ricco non seminerebbe il grano pcrchè nessuno lo comprerebbe quando fosse nato c •·accollo. Il ricco esercita un'industria come 1·oi. \'oi quella del fare le scarpe, egl i quella dell'agricoltura. Voi aYcte per istrumcnlo le 1ostrc braccia, i c01·ami, e le armi del mestiere ; egli i suoi campi , le braccia dci

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