Emidio Zoli - Sul commercio de' grani nello Stato pontificio

&9 'Pop. Per che t itolo non dovrebhero essere le mie, quahdo le ho fatte io con le mie mani? Patt. Ma se tuttiquelli che hanno ~i sogno di scarpe, ed anche quell i che non ne hanno bisogno, potessero ve• nire a portarvel e via impunemente, come vorreste voi esser certo di -vendere le scarpe, quando le 8\'este fatte? Pop. In questo caço il mondo sarebbe pieno di ladri, e la sarebbe una cosa insopportabile. Ma ciò .non può es., sere. Pa,·r. Certo che ciò non può essere, pcrchè la Legge con· sacra il ,-osh'O diritlo di proprietà. Ma se questa Legge non esistesse, chi impedirebbe ai vostri vicini di venire a portarvi via le scarpe? nessuno. Quando uno si fosse fabbricato una casa, chi l 'accerterebbe che altri uon l'abi tasse in vece sua? nessuno. Chi assicurerebbe al Ja,•oralore dei campi la raccolta delle messi? nessuno. Dunque mancando questa assicurazione, nessuno "onebbe lavorare perché altri avesse poi a raccogliere il frutto del suo lavoro, e gli uomini ' ' ivrebbero come animali selvaggi mangiando l'erbe che il terreno produce spontaneamente, e divorandosi fra di loro. Or dunque, perché questo non avveuga, si è stabilito che ciascuno abbia l'assoluta proprietà del prodotto della propria fatica e della propria industria ; cosicché se voi oggi giungeste ad accumolare una somma di danaro col vostro lavoro e ne compraste un fondo rustico, questo fondo d i,·iene una vostra proprietà che nessuno può rapirvi, e tutti i fl'Utti di esso sono esclusi1·a mente •·ostri, e potete farne quell'uso che meglio vi aggrada. Una Legge dunque che vi obbl igasse a fare del vo>lro campo, c dei li·ut ti di esso il piacere altrui, non solo e rigettahile perchè offende il diritto già stabil ito di proprietà, ma perchè opponendosi a tutte _quelle ragwm

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