Emidio Zoli - Sul commercio de' grani nello Stato pontificio

48 DIALOGO VI. Parroco ePo?Olallo Parr. Niuna meraviglia mio caro. Capi~co bene elle io fui soverchiamente esigente quando vi dissi che pensaste alle cose che vi accennava, quasi volessi in certo modo ohbligarvi a rintracciarJ:!e le cause. Vi pare strano, ma è una verità, che comprenclcrete facilmente conle le altre allorchè ve l' avrò dimostmla. Sì: noi siamo debitori del vitto c del wstito e di tutti gli altri comodi della vita al diritto di proprietà stabilito fra glt uomini. Pop. Lo credo Signor Parroco, percnè ormai credo tutto quello che Ella mi dice senza cercare più in là, e se io fo le meraTiglie gli è perché mi pare impossibile che tutte queste cose non le abhia mai udite da nessun altro. E sì, che ho sempre procurato di stare allento quando parlano quelli cl te sanno parlare! Parr. Tant' è: per quale 1·agione uno s< affatica a lavorare i suoi terreni ? Pop. Per averne i froui. Parr. P erchè voi vegliate nna notte intera a fare un pajo di scarpe? Pop. Per ricavarne il denaro. Ptlrr. Or bene: se voi non foste certo che una yolta falle le scarpe fossero le \OStre1 le fareste \Oi?

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