Emidio Zoli - Sul commercio de' grani nello Stato pontificio

25 Parr. Si: può essere causa di fame; anzi dico che una fame da noi non potrebbe avere altra causa. Voi vi siete persuaso che per qualunque Legge mettesse il Governo ai proprietari dei terreni tanto e tanto sarebbe inutile, mentre proibendo l'estrazione non nascerebbe più tutto il grano che nasce ~de~s:> ma quello soltanto che si consumasse ogni anno. Pop. Questo l ' ho ~i sto chiaro come il ~ole. Parr. Or bene. Quest' anno per esempio è un raccolto scarso; ma siccome pe1· quan!o la produzione sia regolata dalla cousumoz:one noa di meno •i produce ordinariamen : te più di quello che si con:uma, cosl per vivere fino al nuovo raccolto si ander<. spa:o;zando i magazzini degli a7vanzi degli anni pre:edent i. Di~gra~iatamente però anche il seconòo annc una staP. ione cont rrria ci ruina il gran:> in erba, e la r aocolt; ' è metà del sol ito.- Nei magazzini non ce n' c piu; come s i fa ? Potremo ajutarci richiamandone dali" es:ero; potremo invece del grano mangiare patate ed altre :osc; ma chi vorrà il grano bisognera che lo paghi a s~ai caro. l l1 tanto si stenta a più non posso, e se non ostante gli stenti ci mancassero i vivei' i solo per cinq-.:e giorni noi morremmo tutti di fame. E chi ne avrebbe la colpa?.. quella Legge che impedendo l' es trazione ha impedita la produzione: così q,;.ella legge medesima che si era fatta per impedire la fame sarebbe causa della fame. Pop. 1\li scusi Signor Parroco, ma la colpa non sa rcbbl! della L egge ; bisognerebbe dire piuttosto che sarebbe un flagello voluto da Dio che ci avrebbe per due anni consecutivi fatto mancare il raccol:o. Parr. Certamente che se llio noi volesse il flagello non accadrebbe ; ma non ' 'uol già dire per questo che gli uomini non debbano fare dal canto loro per evitare il fl~gello. Bisogna prima che noi uomini ptl5siamo d ire a noi stessi = uoi abbiamo fouo quello che il dovere

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