Emidio Zoli - Sul commercio de' grani nello Stato pontificio

20 desse; io secondo luogo risparmierebbe le spese di conci - me di la•oreziooe, di custodi~, di maga:r.zioaggio ec. - Se 1 poi la Legge obbligasse i p.-oprietarj dei terreni a seminare a grano solo quel tanto che può abbisognare allo sfamo della popolazione dello Stato, anche allora sarebbe inutile, rercloi: senza Legge luUi Io farebbero per proprio loro inl~resse. Come oggi l'interesse consiglia a seminar molto go·ano. pcrcloè molta è la vr ndi ta, cosi consiglierà sempre ad 3\'Crne una prod uzione proporzionato alla consumazione, percloè essendo un genere di poimissima necessita vi è certezza che non andrebbe soggetto agli alti e bass i del commercio che awengono ne lle canape e nelle sete; vi è certezza che non si farebbero avvanzi, e che dd un bisogno si lro- \crebbe sempre ~hi lo comprasse. E dove parla l'intere ssc privato la Legge è per lo meno inutile. Aneste \'Oi bisogno che In Legge vi obbligasse a fabbricare scarpe grosse, quando ques te si vendessero meglio delle fine? No certo: voi stesso Io fareste pel vost.-o interesse, e ridereste di colui che fece una L egge tanto sciocca cd inutile. Vedete dunque che i ricchi consigliati dal loro interesse medesimo non cesserebbero rnai di seminar grano nelle loro lcrr~, mentre l' interesse è il migliore consiglicro del mondo; ed ecco per un cor - so natuo·ale di cose spao·ita la po ssibili là che essi \ '0g' iano affamao·e il popolo. Ni uno fa il male per sola vo - lontà ,!i farlo; ma siblwnc quando làcendolo, ancloe scientemente, se ne spera un bene. Dottrina falsa ed infernale e questa di allenùcrc un bene da un' azio · n_e mah·agia, ma dottrina che puo'lroppo si melle in pral~c~ qu.alcloe ' '.olta da uomini privi d ' ogni buon po·iucopoo d o moo·alotà. Pup. Oh quanto ~ice bene ! quanto dice bene!. Questa Si . gnor Parroco oo non l' avr~i mai ideata, sebbene adesso la pare una cosa facile.

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