Emidio Zoli - Sul commercio de' grani nello Stato pontificio

Ili es."' l'c. O ,lun<ll•e la Lel(gc che ' i obbligasse a Ja,·orarc ed usare il corame a piacimcnto a ltrui è buona e giusta. 0 veramente iniqua e<~ ingiusta. Se buon~ c giusta allora doHctc non solo l'lspcttal'la ed cscgu1rla, ma ez i ~ ndio desiderarla; se iniqua cd i ngiusta non potete pretendere ,che. una Lr.g~e sim~le si fac~ia a danno dei proprietari dc1 ter rcm, 1 quah hanno 1! sacrosanto dirillo di valersi a proprio piacimento delle loro proprietà, come voi a' •e tc quello d i valervi delle vos!l·e. P op. l\1 i ha un poco confusa la testa Signor Parroco. Parr. Vi spiegherò meglio ciò che !10 detto. Pop. Non s'incomodi S ignor P arroco. Non nasce già la mia confusione dal non aver compreso ciò che Ella mi ha dello del d iritto di proprietà, ma sibbcne da un' afll·a idea che mi stà litta in capo , e cLe non posso metterla insieme col d iritto d'e' propr ietario delle terre. Parr. Dite, di te. P~p. Se tutti i Signori padroni delle terre si mettessero in capo di farci mor ire di fame, dipcndcrchbe dunquo da loro subito che possono semina re erba im·ece d i grano. Noi d unque non potremmo far nulla e ci toccherebbe stare alla loro di screzione? - Oh per bacco questa la non mi enll·a. Parr. nli fate ridere huon uomo...... Pup. No: la non mi entra e non mi e ntrerà mai. D io ci ha messi al mondo per farci mor ire, quando ' ' uole E - gli , non pereh è i Signori ci facciano morire a grado loro. Sarebbe bella! l Signori potrebbero piu di Dio. O Signor Parroco mi scusi; dico forse delle cose che un par mio non dovrebbe dire, ma Ella questa volta non ha parla to da quell' uomo cb~ è. Parr. Quietatevi buon uomo ; d ite pure liberamente (1uello che pensate; basta solo che non vi riscaldiate la fan-

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==