Romolo Murri - La Chiesa e il collettivismo (contraddittorio Murri-Bertelli)

-9difetti, ·e alcuni eccessi presenti della proprietà privata diminuiscono; quando, ad esempio,delle classi che un giornoaveano un grande ufficiosociale, come erano i proprietari del suolo nel medio ero, si mostrano inette a compiere questo loro ufficio e non divengonoqliindi che classi consumatricie quando si cerca di farle lentamente sparire e sostituire ad esse delle classi che abbiano un ufficio sociale, la Chiesa conviene.Conviene altresì quando queste forme di· produzionecollettiva si vanno estendendo e quando esse abbraccianosempre nuovi campi di attività; e lo stesso riorganizzarsi delle classi e il moltiplicarsi delle associazionid' interessi, il quale è appunto la base del nostro sistema economico, fa sì che ali' individuo si vadano sostituendo le associazioniprofessionalinon soltanto nel regolare il contratto del lavoro e alcune delle condizioni nelle quali ha luogo la distribuzione della ricchezza,ma nel regolare anche altre condizioni di fatto del)a produzione, nel sostituirsi ai piccoli produttori; perchè la classe diventa essa medesima in parte produttrice, e specialmentenel produrre in comune ciò che è necessarioalla tutela dei deboli e alle prime esigenze del)a vita collettiva.Anchequi noi non avremmonessuna difficoltà,quando si potesse venire a stabilire per legge che l'appropriazionedella terra, l'appropriazionedc' mezzi di produzionenon superasse certi limiti massimi fuori de' quali essa diviene pericolosa per il benecomune,oppurequando per mezzo della finanza pubblica si venisse a trovare il modo di riparare ai difetti e agi' inconvenienti,che nasconoda un'appropriazione, la quale non ha nessun limite e nessun riserbo. Noi anche qui desideriamoche cessinogli abusi ; soltanto fra gli abusi noi mettiamo quelli che muovano ad una ragione contraria, l'abuso cioè di chi, per la esistenza nella società odierna di grandi difetti, rorrebbe distruggere le basi medesime della società contemporaneae vorrebbe distruggere con ciò le basi di ogni convivenzacivile. Stabiliti così, o Signori, i limiti, dentro i quali io mi oppongo al collettivismo, dichiaro che il collettivismo è inaccettabile. Quanto alle prove dell'argomento, soltanto mi duole·che esso sia così vasto che io non potrò se non accennare di sfuggita, per contenermi nei limiti concessimi,gli argomenti che si oppongonoalla collettivizzazionedella terra e dei mezzi di produzione. Io lascio alla vostra intelligente attività mentale il completare quegli argomenti e vedere se hanno forza sufficiente di provare jl Biblioteca Gino Bianco

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