Camillo Marabini - Dietro la chimera garibaldina

- 163 - l'etras, 12 dicemb,-e, a me::oyion~o. Allontanandoci dalla casetta nostro rifugio in questa onibilP notte, ci siamo divisi in due gruppi. 11 primo con il vecd1io genemle, con Peppino è par- :ito con qualche minuto di anticipo. Ciolti è rimasto un pò indietro con poc·hi soldati. Egli penserà n trasportare i dieci feriti che sono rimasti. l due mort i stanotte saranno abbandonati cosi st•nzn sepoltura. Xoi ci c-ollochiamo qui 'u questo rialzo, in allo, n. mezza costa, dall'altm parte del fiume 1il guado di giomo è riuscito meno disastroso) pronti a proteggere il trasporto dei ferili ove avvenga qualche sorpresa. )[a ecco che s'odono, giù, oltre la casa, delle sehioppet- •ate. Poi ecco i soldati di ('iolti ehe pas,ano Y('loci il fiume e corrono YCI"so di noi. )la ~on ;oli. :\laledizionc ~ Che c·osa onihil(' ~ Cn lampo su in alto, una nuvolett.o'l. di fumo ed u11n ~mnata che scoppia vicina alla <·asa. Intanto sorge Il sole. E ('('O: om han colpito giu~to, han colato il tetto. Ecco altre due, tre, cinque granatP. v~ cas•t a rde. E qut'i poveri fel"iti staranno abhrusto· knùo lentamente inchiod~tti sul loro letto di dolore. Xon em meglio li avessimo uccisi? Ora bisognll anrettare il passo. Dopo la casa prende· mnno di mira noi. :Si vedono, ora, bene le montagne di Drisko. :Ila il cannone non ci insegue. I colpi sono om diretti verso Ka\•allari, verso Desdenico, ove il nemico r·1·ede certamente ,ieno nascosti altri dei nostri. Le bat· u•rie debbono essere parPcchiP. Infatti. dopo mezz'om di ineessante frastuono. non si vede, su ognuno di quei che furono due villaggi, c-he una nera, turbinosa, hunpeg- ~dante colonna di fumo. Desdenico e Kamllnl"i pagano con il fuo ro c ('OLI la morte le tre giornate di libertà e di lure.

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==