1:36 così all' addiar·<:io non si può di eeno. Domani bisogna essere in r·o ndizioni da poter far onore a noi stessi, non str,•mat i P fiar·r·,•ti dalla orribile notte . .l'! inalnwnte Bianc-hini cede. L·t truppa s'avvia alla chiesuola. lo con il mio plotone vado a rilevare Felletti. Rice,·o la parola d'ordine : .l lene Gal'ibaldi, e dispongo i mie i uomini in tìla su l cig lio, rar·comandando caldamente di non dormire. E pas~eggio in su ed in giu per tema di cadere affranto dalla stanchezza e dal sonno. Ad un tratto \'Celo. al disopra di Kast ritz·t, aN·encleni com(' un gmnde fanale, poi una fht rnm·tta rossastra, e, quasi di col po ttn'\ 'tri-;cia di luce, cho colpi~ce i n alto il cic lo C'Oin<' uno zampillo di fuor·o. f•: uu ritlettore potentissimo. Pr.,~to esso aggiusta la mira. Incomincia con l' indug iat·s i. attento, su lle posizioni di Roma<;. Poi, lento, va risalendo la c·o,;la. ilo la subitanea impressione che queslo faro serva a risch iarare la via dinanzi acl un <'Orpo cl 'eserc·ito che si <n'anzi nell'ombra. Sento lutto il s1t11gue affolarmisi al cervello. Fal'cio indiet reggi<tl'e gl i uomini in maniera che non sieno veduti. Lascio cinq ue o sei sent inelle mor te nMcoste nei cespugli, cd in,· io il caporale ~[angelino, di c-orsa. n•rso la CJhiesa, ad av,·ertir<' Bianehini. l miei sold;\l i si lasciano da mc coudur rc come ba m· bini impaurili. Certo questo fascio di luce impressiona. l ture hi finora non l i abbiamo Yisti. Abbiamo udito le loro trombe lontane, scorgemmo anche qualche minuscolo puulo, un e·tnotto automobile, che s'avanzò su l lago ad esplorare. Ora, d i repente, ci investe questo fascio di luce. Pare l'occhio pensoso el i un gig-ante. l~ infillli l'occhio di un esercito di trentacinquemila uomini, e noi siamo appena in duemila. Ma Mangelino non torna. Che sia fuggito? Xo, i turchi non at taccano di notte. Ove ho udito questo:' Pure mi pare un assioma e ~ome assioma indiscutibile. Evident('mente lo i;ta to Maggiore ottomano sta segna-
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