T. Mamiani, G. Prati - All'arrivo delle ceneri di re Carlo Alberto

- 47XXXIV Giurate alleanza serena e tenace; Foggiatevi l' arme, nel dì della pace , Un'alba affrettando che lunge non è, Perchè questa Italia, dal brando domala Di cento signori , da sè vendicata , S' assida una volta signora di sè. xxxv Signora di messi , di codici , d'armi , Di lingua, d' affetti, di fede, di carmi, Gagliarda e prudente, severa e genti l. E in fronte le sieda tal segno d'impero, Che ognun che la scontri su l lido straniero Le inchini, sciamando: " Qual' altra è slmil ! ? .. XXX l'l Or chiusa nell'ombre quest'Eva dolente S' accusa e sospira, ricorda e si pente. 1\!a brando e vessillo deposti non ha. Nell'arduo Superga gli sguardi ella tiene. Le suonan sui polsi le ferree catene. llfa un lampo di fede nel viso le sta. XXX l' Il VITTORIO! VITTORIO ! Tu, nostro Tesèo, Per questa dolente, nel fiero torneo , La lancia suprema sci nato a spezzar. Haccolla dal campo fatai di Novara La mesta corona, dei morti sull ' àl'a , Di tanto suo lu tto la dèi vendir.ar. XXXVIII La Croce Sabauda , che ornò sette troni , Davanti alla furia de' tuoi battaglioni, Raggiando sull' arme l' nn li co fu Igor, Segnai di vit toria per gli occhi de' forti , Segnai d'allegrezza per l'ossa de' morti , Verrà, benedetta, sull'Adige ancor. XXXIX Oh Prence ! T'è nolo quel cielo e quel corso. Non torre al cavallo nè sella nè morso. Ei dee di nitriti quell ' aure ferir, Volar nella strage sovr' elmi e loriche, Scaldar colle nari le terga nemiche, Del Re che lo preme la gloria gioi r.

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