Achille Castagnoli - I borghigiani di Faenza

8 § 2. Il turrito Lamone, ahi quasi emblema D' efferate discordie! la diparte Da immanissimo Borgo. E ognor costoro, ( Se generoso ascolto oggi non nieghi A' miei carmi, o Faenza, ) ognor costoro Ritroso a belle memorande gesta Tuili il core non s'ebbero: ma quando È scurissimo il ciel d' accavallate Nubi, mezza la notte, al guardo sfugge D'un solo astro il sorriso : eppur deh ! come Torna giocondo rinvenir di rose Siepe fiorita fra l' orride piante Di paurosa selva. A idee soavi L'alma disserra il viator, e intanto L' affanno del cammin aspro delude. § 5 Lunge al folto del Borgo un gridar d'uomo, Grave d'anni ma 'I cor scevro da cure Yivea Fernando intemerati giorni , Donno di sci campetti. A lui largito Eccelsi spirli aveva il Ciel : suo solo Yanto , delizia e sua maggior ricchezza Giannetta gli cresceva unica prole. Allor che il primo sol l' etere imbionda , Dloveal campo Fernando , e guida al pasco Biblioteca Gino Bianco

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