Achille Castagnoli - I borghigiani di Faenza

45 Irreparabilmente ornai tenemmo. Fuggir ... ma dove? e se , fuggendo, incontro Agli armali n'andava? li mio migliore Or lo starmi credemmo , or no ; ma intanto Nulla per noi si risolvca. Di cani Ogni uggiolar più mite, ogni leggero Spirar di vento fra le f~asche, al core Ci presagia gli armati, e allor la madre Più mi serrava al scn , pietà ! gridando. Il di spuntava, e a noi ansio veniva Un amico villan del padre mio, Cui quasi è un lustro mi rapi la morte , E narrava del caso, ond' io cotanta Parte già fui. Dal terror nostro assai Comprendeva il buon vecchio; e consigliando Ogn'indugio troncar, per man mi prese , Al suo vicino oste! seco m' addusse, E mi tenne celato. Unqua dal fianco Non mi si mosse l'infelice madre, Quasi l'aspetto suo fosse difesa Al colpevole figlio , ove la mano In me stendesse la giustizia vostra. Ma quando , ahi! seppi di Fernando il crudo Destino , trattenermi umana forza Potea? ... Pur, disperala ella a' miei piedi Gittossi ... in largo pianto ... ogni più forte Scongiuro... Io l'alma a brano a brano ... Ahi! madre, A te di morie io son cagione ... io mai , Quando foggia notturno il tetto nostro , Te non soffersi a compagnia. Tu spesso, Bibltoteca Gino Bianco

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