Achille Castagnoli - I borghigiani di Faenza

58 Dc' francesi abborrili ,. ahi ! stanchi e rolli , Sazi non già dcli' inimico sangue , Onde roranli e mani e vollo e tutta Han la persona. Ché villoria allegra Già i traditor non s'ebbero: ben nove Ccrcàro il cielo la fiala estrema Con pupille di morte intenebrate ; Nò alcun degli allri, (e sopra venti ci furo) Tranne Villor, si vanli illeso. Ei freme Qual non pur sazio lupo, che l' ovile Già diserto abbandona, e inlorno spia S' altro pasco gli s'offra. Jnvan con ebbri Occhi di sangue il fellone misura Quanlo la luna a lui concede: un solo Non appar dc' nemici. Allor si gella Sovr' un ferito, che mordca ruggendo L' erba divincolandosi , e abbranca va Con ugna disperala. Or mentre il ferro Più e più volle gli venia pianlando Dentro al tergo indifeso , orribil pugno Gli fulmina un colono ove alla nuca S'annoda il collo. Al gran colpo inchinò Villor le tempia stordite , nè l' allro Fulminarlo interruppe, insin eh' cmunlo D'ogni vigor noi vide in sul!' estinto Cascar, l' acciaro abbandonando: Ei tosto l'ieramente l' impugna , e 'I braccio alzato, Grida, - Fratello , vendicato sei! - Giù cala in questa un gran fendente, e 'I capo In due gli spacca. In forse alquanto sia ; Biblioteca Gino Bianco

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