Achille Castagnoli - I borghigiani di Faenza

34 Giannetta il cor da cento affetti e cento Dilacerata è crudamente. Ahi lassa ! La vision temuta innanzi agli occhi Alto si accampa, e per chiuder di ciglio , Non che vanir, si fa più viva e acerba. In sen si fruga , e di Maria Concelta Leva l' immago, la si appressa al labbro, La ricopre di baci e di cocenti Lacrime, e di sospir dal più profondo Sprigionati del cor l' aer fa mesto. A mano a mano un divoto pensiero Di lei tutta s' indonna: al par di fronde, Quando stanca li poggi e le convalli li possente aquilon, trema la pia , Ma non più di lcrror: lcvàti al ciclo E fisi i lumi immobilmente ha in quello In pietosissim' atto , e fra le giunte Mani la madre di Gesù distrioge. § 5. Arretra, o insano , arretra! Alla rapita In estasi celeste invidioso Percbè ti mostri del felice istante Ch' a sue pene la invola? Oh! non l'accorgi '/ Alla tua voce si risente , e negro Si cala un vel sula sua fronte. - O cara Più della vita , eccomi a te. Mi balza Di somma gioia il cor, ché prevenisti Fedele il mio venir: ma la procella Biblioteca Gino Bianco

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