Achille Castagnoli - I borghigiani di Faenza

nlai , ruor che in atto di celeste amore, Non le si pinse nel pensier la madre, E sostenerla si diversa or come?- Jngrala figlia, ingrata , le ripete La vision , cosi dunque del Ciclo Sodi al!' acquisto? e del canuto padre Cosi l'appresti a spargere di gioia Gli estremi giorni? Ebben, se 'I cor li 1iatc , L' abbandona , e t' arlìda a sconosciuto Stranier nemico di tua genie. Fuggi, Fuggi , infolice, e i dolci campi e l' agne , Già tua delizia, e la tua tanta pace Cangia in tripudi i , e vanitadi, e forse, Che forse? in mille cure in mille affanni. Va', t'abbandono! - E qui chiuse la nube Un fortissimo buffo , e negro orrendo Silenzio alfin circonda la delira, Che ruor di sè tra viva e moria preme Lunga fiata il suol. Ma poi che 'l sangue Intorno al cor ristretto a poco a poco Iliprese il corso usato, e intiepidio Le fredde membra, si riscosse ; e lenta Sui gorobili folcendosi Giannetta, Surge, e ritenta vacillante il passo. Ogni:vena ogni membro ogni fibrilla Una fiamma le cribra ; e la fencstra Spalanca , e delirar s' avvisa ancora , Quando all'incontro lo sfavilla un raggio Della notturna lampa. Ornai svanila t l'estiva tempesta, e lutlavolla Bib1•otecaGino Bianco

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