Achille Castagnoli - I borghigiani di Faenza

Sturbano l' inamabile cicala, Che forse intenti al suo noioso metro L' aer le piante e gli animanti estima. Giannetta intanto pc' cocenti solchi Venia, da febbri! foco arsa, vagando. Tn che sì lìso, villane! , contempli, Da una siepe celato, il mesto viso Di lei che ado,i, e çui la immensa fiamma Disvclar che ti strugge oso non sci , Dell' insueto duo! lu la sorgente, Fanciullo , ignori , e di mortale ambascia r Cagion ti fòra discoprirne il fondo. Vito, d'un gcmin anno il terzo lustro i,<1 Tu pur poc'anzi trascorresti, e amore , ·· ; • I Già ne' ,1moilacci, misero! li stringe: 1' 1 Misero, chè quantunque volle in core Ardir li sorse rl'.. implorar mercede, O ti faJliva occasion propizia, O per troppo clesir quasi la lingua Annodar ti sentlvi a lei dinaòzi, Che nel foco de' ~guardi e nell'ingenuo Rossor del volto non leggeali il core. § 4. Chi vien , chi vien come torci protervo Ver' l' amata giovenca, a cozzar presto Contra ciascun eh' a lui difenda il passo? Vilo, spalanca il ciglio: il luo tesoro Involarti si tenta , il luo tesoro, Biblioteca Gino Bianco

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