Achille Castagnoli - I borghigiani di Faenza

20 Per li campi del ciel , 11uandola mesta Sua camere Ila d ispellando , assurse , E a forza dall' ovil pinse la greggia. § 2. Ugo frattanto i soffici origlieri Stancar non gode: sorge mallulino, F. di YiUor move ali' albergo , e tnlla Del commilite amico in sen depone La passala avvenlnra. A lui non tace Siccome addentro, colla nolle, io core · Gli scendesse la bella, a cui dar bando Un' ingenua d'onor parola impone ... Ma gli prccide il dir l'altro; cd un riso ( Cui primamcnle ali', uom Sittaoa apprese , Quando, serpente ingaunator, seduss'e La prima incauta a nqn curar del Nnme Il divieto fatale e la, minaccia) A lai riso YiUor coinpoilc il labbro , E molleggiando il viCJYeh' a puerili Sensi dia loco ; e dal proposto suo Usa ogni arte a stornarlo. - Orsù mi noma, Incalzando prosegue, Ugo', mi noma Questa sirena. A sua magion la via Chiaro m' addlla , e più non chieggo. Assumo Di ridurla al tuo amonsu me l'incarco. O con sua pac~ r o a viva forza io braccio Condurlali saprò. - Ugo, che pensi? Di Yittor il consiglio è vile , infame! I , Biblioteca Gino Bianco

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