Achille Castagnoli - I borghigiani di Faenza

t6 Come sublime una eloquenza infonde Provvidente Nat~ra. Ecco mutarsi li bianco volto di Fernando in fiamma; Ecco di giovenil vita s'avviva L'occhio e lampeggia, e ornai prorompe il labhro A severa risposta .. Oh bada! il cervo , Noi vedi? è cinto da leon furenti. Frena lo sdegno inutile. Umìl prego Qual dur non rompe? E già prudente il vecchio A tal pensier si arrende, e 'nlimorito Da un torvo sguardo del francese , esclama, - A tanto offerta generosa, oh! grato Percl1èmostrarmi non poss'io? M'onora Vostra presenza, e mi conturba insieme .... Deh ! non v' adonti il mio parlar. Cresciuta Fra gli armcnli, pc' campi la mia figlia, Son bassi i modi suoi, basso il sentire, Nè merla i voti vostri. A donna solo Rozzo villan la merta .... e dal mio fianco Dilungarla non posso .... Ella sostegno A' cadenti miei dì sola mi resta, E poste ho in lei tutte speranze. - I detti Troncargli Ugo vorria, ma l'altro , - Ah! padre, Padre son io .... questi canuti crini Vi muo,·ano , Signor! Già voi non credo Empio , no mai, che del poter del Cielo Timor nullo vi prenda ; e 'I Ciel punisce Chi fa un padre infelice. I tuoi parenti, Se morte ancor non gli percosse, oh! quanto Jufclici saran , poiché tu !unge Biblioteca Gino Bianco

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