Henry Barby - Il martirio di un popolo : i massacri dell'Armenia

• . . r M-A$8A.CRIDELL' J.ltMENIA e< Ogni qual volta ci avvicinavamo · a qualche villaggio kurdo, gli uon1ini e le donne ci circon~avano e ci strappavano gli abbigliamenti che loro convenivano. Ben presto ci riducen1mo seminude. · « Molti, 110n potendo sopportare la mancanza di cibo, moriro110 di fan1e o di sfinitezza~ Dal mattino alla sera, bisognava crunminare ~otto il 1 torrido sole estivo, che ci abbrustoliva, senza tro• vare acqua bevibile, ..talvolta per intere giornate. La sete ci faceva in1pazzire ! . Quando si trovava una _sorgente, ci battevan10 e ci calpestavamo per be1·e in tutta funia, poichè era proibito fermarsi. I primi arrivati riuscivano a dissetarsi, ma gli al- , tri non trovavano cl1e un'acqua torbida, contaminata dalla folla che vi si accalcava e s~. batteva intor110 alla sorgente. Quanti fanciulli caddero e furòno schiacciati in quella baraonda, me_ntre i nostri guardiani Turchi o Kurdi cacciavano a col- . pi di $Ciahola i ritardatari! cc A cert•e donne il continuo orrore e l'angoscia avevano an11ientato, persino, ogni sentin1ento ma .. terno. Nel terrore, nel torpore, che pesavano su \._dinoi, molte -n1adri, sfinite di fatica, di fame, di seté, con1inciarono ad. abbandonare, sùlla strada, - t loro filglioli che 11011 potevano più portare. << La condizion-e delle madri che avevano parecchi figli era particolarmente difficile. Quelle che ne salvavano u,no erano ~onsiderate cQme fortu11at• e vigil~ntf. . Biblioteca Gino Bianco ' .

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