Giacomo Debenedetti - Otto ebrei

Non già che gli ebrei si siano, in questi ultimi tempi, sentiti vittime di troppo corrive largizioni di vantaggi, fantocci di un tiro a segno della benevolenza. Ma noi ragioniamo su un sintomo, su una possibilità, della quale abbiamo raccolto, o subodorato, qualche indizio: ed è questo, anche, che scagiona il nostro discorso da ogni taccia di ingratitudine. Il quale discorso, l'abbiamo detto, ,vuole parlare a nuora perchè suocera intenda. Che disagio, per esempio, abbiamo provato quando alcuno, ridendo ma senza cattive intenzioni, e solo per il gusto di un documento psicologico, ci ha riferito la storiella di quei tali che, sbucati dai loro nascondigli all'arrivo degli eserciti liberatori, hanno sùbito, ai primi saluti, declinato la propria qualità di ebrei, come un titolo a particolari rico- / noscimenti, facilitazioni, indennizzi. E magari era la stessa gente che, sotto il diluvio, si era inventata i più incongrui ombrelli e più· diligentemente • si era industriata per cancellare ogni sospetto · d · << appartenenza alla razza ». Una sera, nei tempi più neri del diluvio, Bernardo Berenson si poneva l'eterno problema: perchè gli ebrei rimangono ebrei, malgrado il ciclico ritorno delle persecuzioni? E si rispondeva con un suo ricordo siciliano. Trovandosi in altri tempi a visitare le pendici dell'Etna, ne ammirava la fera- ' cità da Terra Promessa. Qualcuno però gli disse che periodicamente la lava scende a incenerire quei campi. - E perehè allora li coltivate? -_ domandò ai contadini. - Perchè quando i_ tempi 37 • Biblioteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==